sabato 21 gennaio 2012

Amore zucchero e cannella

Amy Bratley
pp. 346
Newton Compton Editori
Euro 9,90
recensione di
Paola Borraccino







Persino 9,90 Euro sono troppi per un libro che vale poco come Amore zucchero e cannella (titolo originale The Girls'Guide to Homemaking).
 
   Sono entrata in libreria pochi minuti prima della chiusura, intenzionata a comprare un libro “non impegnativo”, avevo, infatti, bisogno di una lettura scorrevole e amena per la buonanotte.
   Ho commesso la leggerezza di puntare dritto verso lo scaffale delle novità: dalla sovra copertina dell’opera di Amy Bratley occhieggiava la fascetta “Ai primi posti delle classifiche europee” (poi uno si interroga sul perché del declino dell'Europa!) ed io l’ho preso tra le mani insieme all’ultima pubblicazione di De Silva.

   In pochi minuti ho letto metà del libro dello scrittore campano, quindi ho deciso che avrei finito di leggerlo in libreria “a scrocco” la volta successiva, optando per il libro dell’autrice inglese, perché la libreria aveva già chiuso l’ingresso ed io volevo tornare a casa con qualcosa per quella stessa sera. A determinare l’acquisto ha contribuito il fatto che la libreria stesse effettuando uno sconto promozionale sui libri di alcune case editrici, tra cui la Newton Compton editori.

  Tutta questa premessa per giustificare il mio incauto acquisto. Eppure la quarta di copertina avrebbe dovuto mettermi in allerta per lo stile da mediocre emula di Liala:
   "Juliet aspetta da una vita questo momento. Finalmente una casa da dividere con Simon […]. Ma il sogno è destinato a svanire: la prima notte nel nuovo appartamento, Juliet scopre che Simon l’ha tradita con la sua migliore amica […]; quella casa tanto desiderata d’improvviso è ostile. Niente pare esserle d’aiuto. Finché un giorno, rovistando tra le scatole ancora d’aprire, Juliet si imbatte nei vecchi libri della dolce nonna Violet, con cui è cresciuta, dopo che la madre l’ha abbandonata […]. Ma un giorno, nascosta tra quelle pagine, trova una lettera…”.
   Non sarà sfuggita la noiosissima paratassi : “ma, ma, ma…”. Ma va X XXXXXXXXXX!
 
   Lo stile è monocorde, l’intreccio banale, i personaggi inconsistenti e, soprattutto, tutti inclini all’alcool. La protagonista è attiva quanto un bradipo in letargo ed altrettanto disinvolta; le uniche cose che fa, le fa da ubriaca. La sua migliore amica agisce come una cretina. Il lavoro viene descritto come in un tema di una dodicenne che si è recata in visita un paio d’ore nell’ufficio della madre; talché nasce spontaneo il dubbio che queste scrittrici non abbiano mai svolto un lavoro vero in vita loro.
 
   Vorrebbe essere una celebrazione delle gioie che l’attività della casalinga può riservare persino in un contesto metropolitano come quello londinese, dunque una contrapposizione rispetto allo stereotipo in voga  stile “Sex and city”, tanto per intenderci.
   Ora, è indiscutibilmente legittimo che una donna possa desiderare di fare/essere una casalinga, anziché una donna in carriera, purché sia effettivamente una scelta e non una imposizione dettata da fattori esterni  -particolarmente economici-. Ci mancherebbe altro che dopo decenni si mettesse ancora in dubbio questa conquista del femminismo!

   Il punto è che la Bratley risulta veramente poco efficace nel trasmettere questo suo sbandierato amore di casa, cosicché il risultato finale è quello che regala una pubblicità di elettrodomestici degli anni Sessanta, cioè quella di radicare la convinzione che la donna del manifesto, con la sua gonna ampia, il grembiule immacolato, cucito a macchina da sé con tutti i riccetti, aspetti, ogni mattina, che marito e figli vadano via per poter finalmente dismettere il sorriso fisso, che indossa come una divisa davanti agli altri, e farsi il suo cicchetto, tra le lacrime in bagno.
 
   Tornando al libro, la cosa peggiore è proprio la trama: pochi personaggi, per di più scialbi, qualche grammo di ovvietà sul mondo del lavoro, una mescolata di ricordi universitari, un tocco di psicologia da bar, un pizzico di pepe con il riferimento ad amori saffici, con l’immancabile elemento base del vero amore che trionfa. Un polpettone indigeribile, a confronto del quale una onesta telenovela giganteggia per saggezza e ritmo.
   E che cacchio, mi viene voglia di proporre alla Newton la pubblicazione del mio libro "Cento volte buonanotte" gratis in abbinamento con “Amore zucchero e cannella”, avendo a fianco un termine di paragone così modesto potrei essere considerata una novella Jane Austen!

Voto 5

La citazione
   Ho dovuto fare uno sforzo non indifferente per cercare una frase che mi sollevasse dal fastidio di aver sprecato inutilmente i miei soldi e finalmente, a pagina 142, un barlume di battuta di spirito.

«Non riuscii a dire nient’altro. Scoppiai a piangere.
“Oh, Dio, vieni qui, Juliet”, disse. “Fai piangere anche me. È a causa del sesso, vero? È stato straordinario. Avevo paura che non gradissi la mia piccola sorpresa, ma devi ammettere che l’anello sul mio pene è davvero fantastico, no?”.
Singhiozzai sulla sua spalla. Sentii che anche lui tirava su col naso. Pensai all’anello sul pene, che avevo intravisto la notte; un cerchio d’oro appeso al muso di un maiale.
“Sì, fantastico”, mentii.
Avevo avuto momenti migliori.

Consiglio
Se dovesse uscire come ebook e costare non più di 2 Euro forse lo considererei come libro da leggere sotto l’ombrellone, ma anche in quel caso sarebbe da preferire una rivista femminile qualsiasi.

Puoi vedere il booktrailer di Amore zucchero e cannella prodotto dalla Newton Compton.