sabato 15 ottobre 2011

Alla fine di un giorno noioso

Massimo Carlotto
pp. 177
Edizioni e/o
Euro 17
recensione di
Paola Borraccino








Avevo sentito parlare spesso dei libri di Massimo Carlotto e dei premi prestigiosi che ha vinto, specie per Arrivederci amore, ciao, per cui ho acquistato il romanzo noir Alla fine di un giorno noioso abbastanza fiduciosa.

Ebbene, il fatto che l'incipit e la lettura random di alcune pagine non mi avessero soddisfatto avrebbe già dovuto fornirmi qualche indicazione sulla qualità del libro, invece io ho ignorato la prima impressione e ho voluto leggere integralmente la storia.

 "In una tranquilla città del Veneto, Giorgio Pellegrini gestisce un locale alla moda: giocattolo perfetto con cui siglare accordi sottobanco con politici corrotti, giri clandestini di prostituzione d'alto bordo, traffici illegali e appalti truccati". Dietro questa giostra coloro che muovono i fili sono persone insospettabili, molto attente a mantenere una parvenza di rispettabilità.
Insomma, ipocrisia e illegalità, purtroppo ordinaria amministrazione di un Paese a coriandoli che sta smarrendo il senso del decoro e la solidarietà sociale.

Che dire, però, del risultato artistico? Deludente.
L'ambientazione è ben descritta: il sottobosco della politica, tra portaborse, semplici pedine, un certo tipo di imprenditori furfanti e amministratori pubblici corrotti, tutti con la coscienza pulita (perché mai usata). Per il resto l'opera è molto povera, sembra un fumettone; sì, anche avvincente in alcuni passaggi, però i personaggi sono inconsistenti, delle vere e proprie figure di carta.
In certe scene, poi, verrebbe voglia di prendersi un manga spinto, perché perlomeno lì certe scene di sesso sado-masochista hanno una regia più curata, senza contare che sono più credibili.

Sorge, poi, spontanea una domanda: Massimo Carlotto quali compagne di banco ha frequentato a scuola? Non conosceva le sorelle degli amici? Si reca a fare la spesa al supermercato?
Tutto questo per dire: Carlotto non conosce una donna normale, che abbia un minimo di personalità che non sia necessariamente una mignotta o patetica? E basta, non se ne può proprio più di questi stereotipi!

Anche uno scrittore di noir si deve porre il problema di non circoscrivere la sua narrazione entro i claustrofobici recinti del genere. Non è perbenismo il mio, ne faccio una questione estetica: la successione degli eventi è scontata, lo stile piatto.

Per dovere di cronaca mi limito a registrare che i libri di Carlotto sono tradotti in molte lingue e vendono molte copie: ora, che un italiano si faccia conoscere nel mondo per meriti artistici e non per dare il nome a dei bordelli fa sempre piacere, ciò nonostante la popolarità di uno scrittore non è un buon motivo per comprare le sue opere, cercherò di ricordarmelo la prossima volta.

Voto
Per il lettore comune 6, per gli amanti del genere 7-.

La citazione
Non ho trovato nulla che mi abbia colpito in particolare, tuttavia la spiegazione del finanziamento occulto dei partiti, il meccanismo della corruzione negli appalti pubblici e del riciclaggio del denaro sporco rendono almeno il libro degno di essere letto.

Clicca qui per leggere le altre recensioni su "Alla fine di un giorno noioso", tutte positive (io, lettrice appassionata di Scerbanenco, rimango comunque del mio parere).

Video di una breve presentazione del libro dello stesso autore.

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