martedì 21 settembre 2010

Come piante tra i sassi

 Mariolina Venezia
Einaudi editore 2009
249 pp.
17,50 Euro









Ho notato questo titolo per la bellissima foto in bianco e nero in copertina: il bacio appassionato tra i due ragazzi esprime un trasporto genuino e non di maniera; inoltre, come si fa a non essere attratti dall'accostamento Eros (l'amore passionale) con Thanatos (la morte rappresentata con il suo simbolo universale sul portale della chiesa)?
  Il nome dell'autrice mi era già noto: avevo molto letto della sua precedente opera, Mille anni che sto qui, grazie alla quale si era aggiudicata il Premio Campiello nel 2007; avevo, tuttavia, scelto di non acquistare né leggere quella storia, perché una scorsa sommaria del testo mi aveva dato l'impressione che si trattasse di una storia abbastanza pesante. Forse mi sbagliavo, chissà?!
  Ad ogni modo, mi sono immersa nelle prime pagine del secondo romanzo di Mariolina Venezia senza pregiudizi e ... sono stata ripagata da un'ottima scoperta: dopo migliaia di descrizioni di esseri femminili,
- perennemente in preda di attacchi di shopping compulsivo,
- sull'orlo di una crisi di nervi, quando hanno prole,
- che fanno sempre mestieri che hanno a che fare con il fumoso mondo della comunicazione,
- imbranate,
- nella migliore delle ipotese nonne papere in giarrettiera che sfornano manicaretti e progetti matrimoniali per accalappiare lo strafighissimo lui, inizialmente disinteressato alle grazie della protagonista,
- che ammorbano i malcapitati amici in infinite sedute di brain storming alla ricerca della pietra filosofale che le aiuti a conquistare il succitato lui (non sia mai un lavoro serio...),

 finalmente una DONNA VERA, e che diamine! Il sostituto procuratore Imma Tataranni.

  Moglie, madre e lavoratrice che non si perde mai d'animo, perché non ha tempo. Come sanno tutte coloro che abbiano superato i venticinque anni e che si debbano districare tra le mille incombenze di una vita normale e non di un elenco di happening nella propria agenda, persino un mal di testa è un lusso che non ci si può permettere durante una giornata di ordinario tran tran domestico, figuriamoci una crisi adolescenziale!

  Tracagnotta, tignosa proprio come un pittbull che, quando si attacca, ... non molla la presa neanche se lo dividi a metà, protettiva con i deboli e instancabile nella battaglia contro gli abusi e le ingiustizie dei forti, è l'eroina delle donne che si sono stese sui libri e non sui letti dei potenti .

  Per quel che riguarda la storia, ignoro la categoria in cui debba essere annoverato, giallo tutto considerato mi sembra improprio, di sicuro al centro del racconto c'è una indagine.

  Come riporta la quarta di copertina:
  " Sotto la terra di Basilicata si stratifica la storia. I resti della Magna Grecia, ma anche ciò che la modernità non vuole. E Imma Tataranni vi inciampa mentre indaga sull'omicidio di un ragazzo poco più grande di sua figlia.... Fra un marito che la ama, una suocera che la odia e la figlia adolescente... fra idiosincrasie, pratiche da evadere e cambi del guardaroba ... e una ronda di personaggi racconta una società sull'orlo della globalizzazione ma ancora intenta a digerire il passato".

  Ben strutturata, avvincente, equilibrata, la narrazione perde colpi nelle ultime pagine, cosicché il finale appare affrettato, per il resto impeccabile.

  Voto 8-

  Consigliato a tutte le donne che non sognano di diventare veline e agli uomini con fantasia (come scrive Proust - ...lasciamo le donne belle agli uomini senza fantasia - ).


  La citazione
  p. 68

  Nei tempi successivi al solstizio d'inverno, quando la luce iniziava a crescere, il sole giallino era tutto nuovo, e i richiami degli uccelli si facevano sentire nuovamente dopo il lungo silenzio dei mesi freddi... la prendeva la gran malinconia del tempo che se ne va, e allora come una furia si attaccava al telefono e chiamava tutti i commissari della zona, riesumando i vecchi fascicoli di cui nessuno si ricordava più, spargeva il panico nelle sezioni, spronava i commessi ad allungare il passo, disperdeva i crocchi intorno alle macchinette del caffè, aggirandosi per i corridoi della Procura con la fretta di una che vuole gabbare la morte per poi trovarsela a Samarcanda.

 p. 53

  Non sembrò molto contenta di vederli e a Imma dispiacque, perché a lei quella ragazza faceva venire voglia di proteggerla. Dal fratello, dal nonno, da qualcosa di sconosciuto, o da se stessa. Le piaceva quell'essere indisponente, quel modo di stringere le labbra e non farsi scappare nulla. Ma queste non lo capivano, che la vita non è una passeggiata, e se qualcuno si azzardava a dirglielo se la prendevano con lui.

  A metà libro, poi, assolutamente imperdibile la scena di sesso matrimoniale.

  Per altri pareri si legga la recensione di Max Pagani  sul sito LibriBlog.com, di Elisabetta Bolondi sul sito sololibri.net e di Ziccardi sul sul blog omonimo .

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