giovedì 27 agosto 2009

ACAB All cops are bastards di Carlo Bonini


Einaudi 2009
(collana Stile libero)
16,50 Euro

recensione di
Paola Borraccino

L’autore premette al testo la seguente nota:
“Questa è una storia vera. Non una verità definitiva. È una storia narrata attraverso la scrupolosa raccolta di documenti, atti processuali e
testimonianze dirette di chi ne è stato partecipe, disponibili al momento
della stesura”.

Oserei dire che è quasi una specificazione superflua, leggendo
il testo si capisce subito che si tratta di un materiale vivo
ed ancora bollente.

16 capitoli in tutto, una carrellata di notizia e fatti che hanno
coinvolto, per motivi ed in misura diversa, agenti della
Polizia di Stato.

Ritmo avvincente (fatta eccezione per le dieci interminabili
pagine di referti medici), frasi e frasario molto ben selezionato, che
riesce ad illuminare i problemi con i quali devono confrontarsi
gli agenti ogni giorno, nell'ignoranza ed indifferenza dei
cittadini.

L'unico limite di questo libro è il fatto di essere un libro:
il mezzo più adeguato per il materiale, i contenuti, le scene
sarebbe stata la televisione. Tra l'altro, per il ricorso ad i
dialoghi, il taglio delle scene e le descrizioni concise è già
uno script televisivo.

Un'ottima base per una docu-fiction cui aggiungere pezzi di
telegiornali e parti recitate da attori, per tutelare la privacy
dei poliziotti che hanno espresso opinioni e raccontato vicende
private.

Consiglio: ideale per i ragazzi dell'ultimo anno di scuola
superiore (per aiutare a scegliere con cognizione di causa
coloro che pensini di entrare nelle forze dell'ordine)e
a tutti i cittadini pronti a deprecare, con troppa
superficialità, i modi della Polizia.

Voto 7

La citazione Pag 93
Il male può trionfare se i bravi ragazzi rinunciano all’azione.

Pag 182
- Marescia', ma vuje facesse vivere vostro figlio 'coppa
a 'sta munnezza?
Drago sapeva come risponderle. Sapeva che, al suo posto, sarebbe
stato in mezzo a quella gente. mA non le aveva risposto e per un
po' era rimasto a pensare se, per una volta, avesse fatto male
a tacere.
Ora, però, quei maledetti freni a disco della Smart cancellavano
ogni pietà. Che morissero nella loro merda, che affogassero nel
loro schifo, diceva a se stesso aspettando il lancio del terzo e
del quarto disco. E quello dei bulloni che un tempo dovevano
aver stretto quegli aggeggi ai mozzi delle ruote. Vaffanculo
Pianura e vaffanculo teppa da stadio. Vaffanculo questo paese
pieno di ipocriti. Vaffanculo questo vulcano
in cui ci scanna tra gli ultimi della terra.

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